L’intervista di Dogsup: Parliamo di WaveDesign!

Oggi intervistiamo Lucia e Giuseppe, artigiani del carbonio che ringraziamo da subito per la disponibilità nel rispondere alle nostre domande. Lucia Busnello e Giuseppe Tandurella sono le due anime di Wavedesign, produttori di pagaie 100% made in Italy. Giuseppe con la passione dei materiali nuovi e della sperimentare delle più innovative tecniche di costruzione. Lucia: l’ingegnere con una decennale esperienza di modellizzazione 3D e calcoli strutturali.

Ciao Giuseppe, prima di tutto come nasce WaveDesign?

La WaveDesign nasce dalla voglia di mettersi in gioco e di fare una piccola impresa all’avanguardia.

Amanti degli sport acquatici abbiamo pensato di legare la nostra passione alla nostre competenze.

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Come avete sviluppato l’idea di costruire pagaie da Stand Up Paddle in carbonio?

In verità abbiamo iniziato con le pagaie da kayak e via via abbiamo aumentato la nostra offerta di pagaie comprendendo anche le pagaie da SUP, che abbiamo scoperto e amato sempre più nel tempo. Oggi progettiamo è realizziamo pagaie per Kayak, sia da turismo che da gara, pagaie per il SUP, sia allround che wave che race; pagaie per la Canoa e per l’outrigger… e ne arrivano sempre di nuove!

Per quel che riguarda il SUP, all’inizio eravamo scettici e perplessi. Lo Stand Up Paddling non ci ha subito convinto, ma abbiamo cambiato radicalmente idea un’estate di circa 10 anni fa quanto siamo saliti su una tavola da SUP: ne siamo stati conquistati. Abbiamo capito che era fighissimo! Facile, sicuro, divertente ed un esercizio fitness fantastico!

Il primo modello di pala che abbiamo realizzato 10 anni fa oggi farebbe davvero ridere. Praticamente una ‘padella’!

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Idea, progetto e produzione di una pagaia avvengono tutti nel vostro laboratorio?

Si, studiamo i modelli che già ci sono sul mercato, le nuove esigenze che si vengono a definire, e cerchiamo di capire se possiamo offrire qualcosa di diverso e di innovativo. Iniziamo così il design 3D, analizziamo e risolviamo gli eventuali problemi costruttivi. Tutto questo confrontandoci continuamente con i nostri atleti che nel tempo sono diventati sempre più numerosi e sempre più attivi sia nel processo progettuale che nelle fasi di test e messa a punto.

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Andiamo nel tecnico: ci spieghi cos’è la fibra di carbonio? Da quali componenti è costituita?

In poche parole, semplificando al massimo, la fibra di carbonio è un filamento di carbonio, che opportunamente assemblato definisce una trama: il tessuto di carbonio. Tipicamente gli oggetti in fibra di carbonio sono formati sia dalla fibra di carbonio che da una matrice: la resina. Per fare un paragone, la resina è assimilabile al cemento armato con cui sono costruite le nostre case, il carbonio è la barra in ferro, la struttura portante. L’idea meccanica è identica.

Quando abbiamo intrapreso questa avventura, eravamo determinati a trovare un processo produttivo “pulito”, che non rappresentasse un pericolo per noi e per l’ambiente. Da qui la scelta di usare il prepreg: un tessuto di carbonio già impregnato con resina, molto stabile, senza solventi e nessun tipo di esalazione.

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Quali sono le caratteristiche della fibra di carbonio?

E’ un materiale incredibile, le caratteristiche principali sono; la leggerezza, l’elevata resistenza meccanica oltre ad essere molto bello esteticamente. Chi ama la meccanica non può che rimanere affascinato. Si tratta di un materiale in cui la trama, la direzione delle fibre, il numero di strati che si possono predisporre nella varie parti di una pagaia, consente di ottimizzare e definirne le caratteristiche meccaniche zona per zona.

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Quali e quante fasi produttive portano alla realizzazione finale di una pagaia da Stand Up Paddle?

Superata la prima fase progettuale che parte da un’idea e da un confronto con i nostri atleti, si definisce il disegno in 3D/CAD. Dal questo si ricava il modello con una macchina a controllo numerico, dal modello si produce lo stampo e poi , dallo stampo si arriva alla pagaia. Detta cosi sembra semplice, ma non lo è. La lavorazione della fibra di carbonio rimane molto artigianale, con un elevato contributo manuale che rende gli oggetti in carbonio “costosi”.

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L’acquisto di una pagaia in carbonio per molti paddler è un investimento economico rilevante: quali sono i vantaggi di una pagaia in carbonio rispetto alla tradizionale pagaia in plastica e vetroresina o alluminio?

E’ una scelta simile a quella che fa il tennista quando sceglie la sua racchetta. Alle prime armi senza dubbio opterà per un modello base. La pagaia in carbonio è il modello che si sceglie un paddler non più alle prime armi, che vuole avere un mezzo affidabile con cui ottenere dei risultati. Sia che si tratti di tempo libero o di competizione.

In molti casi avere una pagaia in fibra di carbonio significa avere una pagaia che pesa circa la metà di una pagaia di un altro materiale. La leggerezza oltre ad un vantaggio sulla performance presenta una soluzione molto più salutare per diverse articolazioni in gioco. E’ una scelta che fa chi cerca l’affidabilità, la performance, la salute e per chi vuole comunque un oggetto di nicchia. E’ comunque un oggetto di valore e va curata.

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Passiamo alla vostro produzione: quanti modelli di pagaia da Stand Up Paddle avete nel vostro catalogo?

Ci sono tre categorie di pagaie sup nel nostro catalogo.

La pagaia wave/allround. La pagaia race, per gli appassionati dell’acqua piatta. Ed infine la prompt.

Per ogni modello ci sono poi diverse dimensioni. Il paddler può scegliere pale con superfici più meno grandi. La wave/allround ha tre diverse blade-size (600, 550, 500). Così anche la race (470, 520, 570), mentre la prompt per ora ne ha due (570,620).

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Cosa differenzia una pagaia “race” da una pagaia “wave/allround”?

La pagaia wave/allround è una pagaia con la pala abbastanza flessibile, ma al tempo stesso molto molto affidabile. E’ per chi si diverte sulle onde, per chi affronta le più disparate condizioni di mare, per chi va a pescare, per chi va a passeggio, per chi vuole poter uscire con il sup senza dover preoccuparsi di repentini cambiamenti di tempo e di condizioni. La tecnica costruttiva di questa pagai è davvero unica. La pala è una unica lama di strati di prepreg sovrapposti alla ricerca della elasticità ottimale. Non ci sono strati di foam interposti all’interno della pala.

La pagaia race è un pochino più rigida, per gli appassionati dell’acqua piatta, della velocità e delle gare.

Ed infine c’è la pagaia prompt, sul mercato dal 2019. E’ una pagaia molto rigida, pensata per le gare race, per atleti potenti e molto allenati.

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Scelta di flex e forma del manico e superficie della pala: come orientarsi?

La scelta del flex, e della dimensione della pala, va di pari passo con la scelta della pagaia e dell’uso che se ne vuole fare.

La scelta è anche legata anche alla struttura del paddler. Più è alto e più è potente il paddler e minore sarà la flessibilità della pagaia nel suo insieme (pala + manico) e maggiore sarà la dimensione della pala. Si tratta di fare la scelta combinata ottimale.

La pala wave/allround ha una forma arrotondata, è più flessibile e di conseguenza si accompagna bene con un manico flessibilità media (flex 6).

La pala race è più squadrata. Prevede una frequenza di pagaiata più alta, essendo orientata alla velocità. Qui la flessibilità scende. Il paddler di solito sceglie un flex 6 se non un flex 4.

Infine la pala prompt, molto rigida si abbina di solito con un flex 4.

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Manico regolabile “Vario” e “Mini Vario”: quali sono le differenze e i vantaggi di un sistema rispetto all’altro?

La scelta della pagaia riguarda anche la lunghezza della pagaia.

E’ possibile optare per una pagaia one-piece. In questo caso la pagaia viene tagliata su misura e il paddler molto probabilmente la acquista per se stesso. Questa soluzione predilige la leggerezza e la struttura della pagaia. La curva di flessione della pagaia non risente di un lock di regolazione che comunque pesa 60 gr e comunque inserisce un punto di discontinuità.

La soluzione Vario, con una possibilità di variare la lunghezza della pagaia di ben 50 cm, spesso viene adottata da chi ne fa un utilizzo ‘familiare’ e da chi vuole una pagaia facile da trasportare.

La Mini Vario rappresenta una soluzione molto interessante, che abbiamo pensato ed inserito nel 2019. La regolazione della pagaia permette di variare la lunghezza della pagaia di soli 20 cm. Spesso questa soluzione viene adottata da chi utilizza la pagaia in diverse condizioni di mare e ha bisogno di adattarsi variandone la lunghezza, ma anche da chi prevede di cambiare la tecnica di pagaiata nelle diverse fasi della sua uscita.

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Quale modello consiglieresti ai nostri lettori di dogsup.it che vogliono passare da una pagaia standard ad una in carbonio per pagaiare in libertà insieme al proprio cane?

Senza dubbio la pagaia wave/allround. Mini vario o one-piece. Con manico flex 6.

E’ perfetta perché si adatta ai cambiamenti, è leggera, abbastanza flessibile. Permette di manovrare la tavola grazie alla sua forma arrotondata.

Per quando concerne la dimensione della pala, la scelta è tutta nelle mani del paddler, della sua statura e della sua potenza.

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